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Personalità illustre di rara erudizione, straordinario uomo d’arte, cultura e conoscenza. Artista di grande sensibilità, profondo nel sapere e nell’umanità, disponibile con tutti, paziente e umile, generoso e curioso del sapere, alla massima espressione. La sua vita straordinaria l’ha dedicata interamente all’arte, nei capisaldi della bellezza, della bontà e della riflessione. Votato anzitutto alla musica, la sua grande opera l’ha visto particolarmente attivo non solo nella composizione ma anche nei campi dell’arte figurativa, del restauro e dell’artigianato artistico, e non da meno ha coltivato l’amore per la letteratura, la filosofia, la storia e la scienza.
 
Il compositore Giovanni Canciani, nato a Paularo il 3 settembre del 1936 ci ha lasciati il 19 dicembre 2018 dopo una malattia sopportata con elevato contegno, lasciando con la sua dipartita un vuoto incolmabile non solo in Carnia e in Friuli, ma anche in Piemonte dove ha operato per oltre quarant’anni, e di riflesso in Italia e all’estero, molto stimato anche oltre confine. Al pari di altri grandi carnici del Novecento, come Pio Paschini, Michele Gortani, Giovanni Battista Cossetti, la vita e l’opera di Giovanni Canciani sono il fulgido esempio di una grandezza morale e creativa, coltivata e donata anzitutto per la sua comunità, secondo un principio di carità evangelica e intellettuale che lo ha sempre guidato in ogni sua azione
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La sua attività artistica cominciò giovane con gli studi in armonia e composizione sotto la guida di Giovanni Pigani e in pianoforte con Enrico De Angelis Valentinis presso il Conservatorio “Jacopo Tomadini” di Udine, per poi svolgere la leva militare a Spoleto dove fondò un coro di oltre quattrocento uomini, meritandosi premi speciali ed encomi per le sue attività artistiche rivolte all’Esercito e terminando il servizio militare a Torino. Nella capitale piemontese completò i suoi studi classici letterari all’”Istituto Rosmini” e all’istituto “Regina Margherita”, proseguendo contemporaneamente i suoi studi musicali al Conservatorio “Giuseppe Verdi”, studiando anche organo con Gianluigi Ferdinando Centemeri, ottenendo il diploma in musica corale, direzione di coro e composizione.

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A Torino, ottenuto l’incarico d’insegnante di educazione musicale presso gli istituti scolastici statali, con collaborazioni e docenze anche in altri istituti e centri di cultura, fu tra i grandi protagonisti della vita culturale cittadina. Organizzò dagli anni Settanta agli anni Novanta centinaia di concerti con importanti artisti di fama internazionale e si occupò con grande competenza di conservazione e restauro di storici strumenti nei campi all’arte organaria e cembalaria, da essere nominato ispettore onorario presso la Soprintendenza ai beni storici della città di Torino e dell’intero Piemonte. Direttore artistico di numerose manifestazioni come il “Maggio Musicale di Chieri”, “Quaresima in Musica”, “L’isola di Pasqua”, con concerti durante la settimana santa nelle sedi storiche di Palazzo Reale, Piazza Madama, Via La Grange, Via Po’, Piazza Castello, “Envie”, la “Rassegna Internazionale Organistica” nel Duomo di San Giovanni Battista a Barge di Saluzzo, fu anche critico musicale per il settimanale “Il Nostro Tempo”, commentatore esperto per la trasmissione televisiva “L’anima e il corpo” e presidente dell’Associazione Musicale “Sytagma Musicum”, iniziando una intensa attività concertistica rivolta in particolare ai giovani diplomati del Piemonte, con rassegne che hanno compreso esecuzioni integrali in vari settori della musica di Bach, Haendel, Vivaldi, Mozart, Zelenka, Mendelssohn. Tanta operosità lo portò ad essere nominato dalla Confindustria giovanile di Torino direttore artistico della vita culturale della città, potendo così organizzare importanti concerti anche al Teatro Regio, tra cui si ricorda quello con la Sinfonica di Teplice diretta da Tomas Koutnik e quella con la Sinfonica di Zagabria diretta da Anton Nanut.

Per le sue molteplici, varie e qualitativamente alte iniziative in Piemonte, capaci di avvicinare numerosissimo pubblico oltre che l’interesse di tanti giovani e storici operatori culturali, fu stimato animatore, oltre che compositore, musicista, restauratore, critico. Fu gradito ospite nei salotti culturali di Franco Antonicelli, Marziano Bernardi, Guido Aristarco, Massimo Mila, Antonio Paolucci, Gianluigi Marianini, e amico di figure di spicco come Arturo Sacchetti, Carl Richter, Claudio Scimone, mentre tra i suoi allievi, ora di prestigio internazionale, si ricordano il pianista Luca Rasca e il violinista Guido Rimonda.

In campo d’organaria, l’amore di Giovanni Canciani per quest’arte artigiana si manifestò con particolare esito a partire dagli anni Sessanta, dopo lunghi studi e attività pratiche presso diversi laboratori di restauro, e grazie anche all’incontro con l’organologo Corrado Moretti e con l’organaro Carlo Bossi della rinomata fabbrica d’organi di Centallo a Cuneo. Una passione quella per gli strumenti storici che lo vedrà impegnato nel risanamento di numerosissimi strumenti da tasto: organi, positivi e portativi, clavicembali, clavicordi, claviorgani, fortepiani, pianoforti, di cui una parte della nutrita collezione – a Torino ne conservava oltre cento di questi strumenti – è ora custodita nelle case museo “La Mozartina” n. 1 e n. 2 da lui stesso fondate, allestite e curate a Paularo.

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Nel paese natio rientrò nel 1990 con l’elezione a Sindaco della sua comunità che amministrò per tre anni con grande competenza e responsabilità, perseguendo inoltre la sua vocazione per la divulgazione artistica e storica, in particolare iniziando il processo di rinascita legato alla figura dell’illustre Jacopo Linussio, attraverso una mostra internazionale con diversi concerti ed eventi collaterali in occasione dei trecento anni dalla sua nascita.

La sua indomita attività di artista, erudito e comunicatore, la perseguì in Carnia con la stessa determinazione e passione con cui guidò la sua opera in Piemonte, attraverso una intraprendenza esemplare, pazienza certosina e formidabile ingegno, qualità ricambiate da grandi risultati e da una larga partecipazione di pubblico a tutte le sue iniziative, tra cui molti giovani che lo seguiranno come attenti discepoli lungo tutta la sua vita.
Già nel 1985 Canciani aveva fondato a Paularo il “Gruppo Promozione Musicale” e l’anno successivo, in collaborazione con il Rotary Club di Tolmezzo, l’”Associazione Musicale della Carnia”, ponendo così le basi attraverso varie iniziative e la scuola musicale, a una rinnovata vita culturale in Carnia specificatamente dedita alla promozione e alla divulgazione dell’arte musicale. Sono numerose le formazioni corali ed orchestrali da lui istituite, come “il Corut” di Paularo, la “Corale Cossetti” di Tolmezzo, la “Corale Duomo” di Paluzza, L’”Orchestra Jacopo Linussio”. Tanti anche i suoi allievi di organo e pianoforte, le manifestazioni musicali come il “Concorso Pianistico Nazionale Mozart”, “I Concerti di San Martino”, “I Concerti di San Vito”, “Una tastiera per i giovani”, attività condotte in maniera ottima e lungimirante lungo tutta la sua carriera, ancora oggi all’attivo grazie alla dedizione dei suoi allievi, intenti a perseguire con le stesse modalità i suoi stessi principi.

Unitamente alla sua prodigiosa attività compositiva, con mirabili pagine per diversi organici sia di musica sacra che profana, la sua attività di promotore culturale, docente e intellettuale – non si contano le visite di uomini e donne d’arte, cultura e politica di fama nazionale e internazionale che Canciani ha ricevuto non solo a Torino ma anche nel suo eremo paularino –, sono di notevole importanza i suoi contributi dati alla cultura anche attraverso le sue attività espositive e museali. Una parte della sua ricca collezione di rari strumenti raccolti e restaurati a Torino, è diventata così l’oggetto sonante attorno al quale ha costruito nel tempo il grandioso progetto legato al “Museo del suono”, attraverso esposizioni di strumenti musicali antichi tutti sonanti secondo le loro specifiche peculiarità. È dietro a quest’idea che è nata nel 1993 la casa museo “La Mozartina”, nella settecentesca casa Scala di Paularo, una delle sedi museali più visitate della regione con al suo interno, oltre a una ricca gamma di strumenti musicali, altri preziosi oggetti d’arte come quadri, statue, mobili, oggetti unici e pregiati, oltre a una ricchissima biblioteca e a un archivio con diversi inediti di rinomati autori del passato. Del 2015 è la seconda casa museo, “La Mozartina n. 2”, e l’esposizione di altri strumenti nell’ex oratorio ora sala concerti di San Antonio Abate sempre a Paularo. Non da meno è da annoverare il suo impegno per la realizzazione del restauro e della copia del claviorgano secentesco appartenuto alla famiglia Linussio, ora custoditi al Museo carnico delle arti popolari “Michele Gortani” di Tolmezzo, i progetti della scuola di restauro e le opere di ripristino degli interni storici di Palazzo Calice a Paularo. Tra i vari premi e riconoscimenti che gli sono stati tributati si ricordano numerosi diplomi d’onore dalle città di Albenga e Torino, il Premio Epifania, il Premi Nadâl Furlan e il diploma d’onore rilasciato dall’Union of Bulgarian Musicians members of Unesco.
©testi di Alessio Screm

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